#33 – Il New York Times solo sul web??

Oggi post dedicato ad una interessantissima discussione nata sul newsgroup di Nuvole Elettriche che ha raccolto parecchi punti di vista sulla “migrazione” che si presume faranno in futuro i quotidiani passando dalle edizioni cartecee a quelle solo via web.

Già esistono supporti che riproducono digitalmente le pagine dei giornali senza dover costringere il lettore ad avere con se per forza un pc… se ci spingiamo poi un po’ più in là (beh, molto in là…) con l’immaginazione e pensiamo alla possibilità di usufruire di una copertura WIFI in tutto il paese per avere internet praticamente ovunque, il tutto sarebbe davvero “quasi” a portata di mano e si potrebbe sfogliare digitalmente qualsisai notizia.

Intanto qui, un bell’articolo dell’ottobre 2006 a cura di Mario Tedeschini, ci mostra come sia già possibile avere un’idea del “giornale online” usufruendo di un servizio di prova del New York Times (che in questi giorni ha annunciato appunto la possibilità futura di non uscire più su carta) che ci consente di leggere via web il famoso quotidiano previa installazione sul pc di un reader apposito.

Gli stripparoli come me (sono un nostalgico, lo so) si chiedono se sia una buona notizia o no per il già bistrattato mondo delle comic strip in Italia… la carta per loro sembra rimanere, ad oggi, il medium di diffusione naturale e più redditizio (in termini quantomeno pubblicitari, ovvio che economicamente la cosa assume dei contorni a dir poco grotteschi…). Vero è che in Italia non è una tradizione che il pubblico le cerchi e che gli editori si sforzino per proporle… ma una volta sul web (od online tramite i supporti sopra citati) non potrebbe essere che il senso stesso del quotidiano venga distorto, togliendo per sempre la possibilità di inserirci uno spazio a loro dedicato? Che diventi, più che un supporto per “restituire” il tempo al lettore con notizie, cultura e divertimento (il giornale dovrebbe infatti, a mio avviso, contenere un mix di argomenti tale da renderlo un mezzo di confronto e condivisione per un pubblico eterogeneo…) diventi, dicevo, un semplice distributore di notizie mordi-e-fuggi? Un fast-food della notizia in nome di quella frettolosità che contraddistingue i nostri tempi?

Nel frattempo anche Quiff e Vermiglione, a modo loro, si stanno interrogando sulla questione…

11 Commenti...

  1. Albo

    dai cius! apriti al futuro… le barchette e le battaglie di carta si potranno sempre fare con la carta da fotocopie! Quella di sicuro non andrà presto in pensione 🙂
    quella discussione me la devo leggere con calma! è capitata proprio in un periodo in cui non ho potuto seguire tutti i deliri dei membri di NE

  2. Lui

    Di quella discussione di cui sono in parte padre ad un certo punto (come in tutte le nostre discussioni) s’è preso un po’ il senso e ci si è messi a parlare delle comic strips (del resto quelle facciamo).
    Resta il punto che ad oggi come non è possibile immaginare una versione solamente on-line di un quotidiano, almeno non nel nostro paese per tutte i limiti tecnologici che avevamo sollevato nella discussione, altrettanto non è possibile avere un spazio per le nostre strisce su un quotidiano (blasonato, Io pubblico su BergamoSette, ma non vale.. non è un quotidiano), se così non fosse io e te non saremmo stati costretti a pubblicare e cercare i nostri spazi sul web.
    Ergo dubitare dell’unico mezzo che ha permesso ai nostri lavori di venir condivisi con altra gente mi pare un vago controsenso.
    Poi vale che alla fine si va a taralucci e vino.

  3. cius

    Beh, la notizia del NYT che vuole andare solo online è di riflesso la scusa per parlare delle comic strip (che in America sono appunto sui quotidiani), cioè come dici tu, di quello che noi facciamo.
    Io comunque non dubito del mezzo che ha permesso ai nostri lavori di venir condivisi, anzi, internet è una grande opportunità (soprattutto per la possibilità di commentare e condividere in modo veloce idee e pensieri – in un quotidiano su carta è un po’ più macchinoso…) ma io ad esempio, l’ho scelto per divertirmi, convinto del fatto che comunque abbia dei limiti e che, nel caso decidessi di trasformare la passione in professione, tenderei a muovermi con maggiore attenzione ancora sulla carta stampata.

  4. Lui

    Vero, ma fare di professione lo stripparolo è decisamente ancora più utopistico 😀
    Se invece si parla di fumetti, allora, beh altro argomento.

    noi saremmo capaci di parlare di fumetti anche se all’inizio la discussione partisse da…… L’effetto serra 😉

  5. cius

    “noi saremmo capaci di parlare di fumetti anche se all’inizio la discussione partisse da…… L’effetto serra…”

    Puoi dirlo forte! 🙂

  6. Moerandia

    Salve Cius
    ho idea che alla fine restiamo dove siamo; sentivo oggi su Rai3 che certi editori si stanno interessando non ai fumetti via internet, ma a dei romanzi scritti su internet in stile Wikipedia. Ma non siamo una novità anche noi, e pure più consistente?
    Poco fa ho “linkato” questo tuo post nel mio blog.
    Saluti.
    G.Moeri

  7. Max

    Quando arrivo’ la TV ci furono cassandre che prevedevano l’estinzione della radio e del cinema. Quando arrivo’ Internet ci fu chi disse che il libro era morto. radio e cinema non hanno forse il grande pubblico di una volta ma non sono morti e anzi hanno una grande vitalita’ creativa.
    I media si sovrapongono, si stratificano, s’intersecano per contenuti e pubblico. La carta non puo’ morire, come sistema di lettura e’ infinitamente piu’ bello, funzionale e solido. la definizione di caratteri e immagini e’ senza paragoni con il video. Se cade non si rompe, funziona dappertutto.
    C’e’ qualche piccolo errore di prospettiva in tutte queste discussioni. Uno e’ la sindrome del giudizio universale, temiamo per ogni cosa grandi rivoluzioni. L’altro e’ la tendenza a generalizzare. Ad esempio dove sta scritto che il successo e’ solo quello bestiale televisivo, milioni e milioni di pubblico, tutti che parlano di te in ascensori e tram? Io dico che per un cartoonist sarebbe gia’ una bellissima vita avere, che so, 50.0000 lettori. Sarei strafelice anche per la meta’.
    Allora anziche’ parlare di crisi universali: i quotidiani saranno sempre meno letti e il NYT andra’ in rete come altri mangiando un po’ di lettori alla carta. Ma sono disponibile a giocarmi la pensione per scomessa se tra 30 anni non ci saranno piu’ quotidiani e riviste. Ci saranno, eccome, alla faccia delle cassandre apocalitiche, forse anziche’ vendere 600.000 copie ne venderanno 300.000 e se fossi un cartoonist sarei pazzo di gioia nel vederci la mia strip dentro.

    Tra parentesi, a proposito della discussione, ma lo sapevate che il New York Times e’ uno dei pochissimi quotidiani USA che non pubblica comic strip, da sempre.

  8. Max

    dimenticavo, la cosa piu’ bella, la tavola di Quiff con il giornale mi piace moltissimo. MMM, oso una richiesta, ce la concederesti per metterla su Balloons?

  9. Lui

    @Max certo tutto il tuo discorso non fa una piega, ma tieni presente che non nasce da una cassandra apocalittica, ma da una dichiarazione ufficiale (rivolta anche agli azionisti) dell’editore del Times.
    http://www.repubblica.it/2007/02/sezioni/scienza_e_tecnologia/nytimes-solo-web/nytimes-solo-web/nytimes-solo-web.html

    Quindi non è da prendersi come una sparata, ma come una prima analisi costi/ricavi di una possibile evoluzione.
    Del resto è il motore economico che fa andare avanti il mondo non i nostri sentimenti (purtroppo).

    Inoltre giusto per fare il cacadubbi, ogni volta che si affrontano questi argomenti si cita sempre l’avvento radio/cinema/tele, beh è sbagliato e fuorvianta perche stiamo facendo il paragone tra mezzi DIVERSI, non tra mezzi simili, ma tecnologicamente diversi.
    E del resto non esiste paragone simile da poter addurre, nemmeno libro ed internet, perchè parliamo di oggetto statico e duraturo nel tempo.
    Un giornale è un prodotto che deve essere: aggiornato, di basso costo, enciclopedico (nei contenuti), facilemente consultabile e disponibile ovunque.
    Al momento una versione on-line di questo mancherebbe di alcuni di questi punti (fruibilità sopra tutti), ma colmati questi gap (ed è un analisi che un editore come quello del Times avrà fatto) a parità di costo/ricavo, la versione on-line sarebbe vincente, e allora cosà farà un editore, e cosa faranno gli altri editori? Guardiamo il mercato globale, e dove corre e dove va, va dove i costi di produzione sono inferiori, è un dato di fatto.
    Poi tra 5 anni potremo anche giocare ad “avevo ragione io”, e di tutto cuore spero che abbia ragione tu, ma non ci credo, semplicemente perchè l’economia non è una religione, ma è una formula ed è facile capire dove va e che prospettive avrà.

    p.s.
    Non è rivoluzione è evoluzione, a volte va verso un vicolo cieco, a volte è vincente (Darwin docet). L’unica cosa che possiamo fare è vedere come va a finite e tifare per chi vogliamo noi.
    Ma noi non siamo editori che devono rispondere ad azionisti.

    Mettiamo ad esempio anche la televisione via etere ed i servizi on demand come anche quelli presentati da Jobs per Itunes o da Gates per Vista. Prenderanno piede? Sostituiranno la tv tradizionale?
    Viviamo in un grosso periodo di transizione tecnologica, non vederlo farebbe di noi degli ingenui.

  10. Cius

    x Max: ma certo che puoi predere la tavola di Quiff per Balloons

  11. Moerandia

    Io invece, come già detto in ML, condivido il paragone tv/cinema, Tv/radio, radio/libri, ecc. (tv e radio tecnologicamente poi sono molto simili); semplicemente alle carenze, alle scomodità dei vecchi mezzi supperiscono quelli nuovi che non si sostituiscono ma si affiancano. Gente che vorrà stampare anche su carta ci sarà sempre, e poi da quel che ne so il NYT (ed immagino anche gli altri quotidiani) vende di più la domenica, magari faranno una edizione su carta settimanale.
    Non resta, come diceva Lui, che aspettare lo scorrere dell’evoluzione, ma senza entusiasmi eccessivi, già peraltro visti pochi anni fa con risultati noti.
    Saluti.
    GM

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